4 Giugno Meraldi, riproverà il record

Fabio Meraldi riproverà nella prossima stagione il tentativo di andata e ritorno in 24 ore senza ossigeno alla vetta dell’Everest. La sua salita di corsa fino ad 8000m e due notti senza ossigeno al Colle Sud rafforzano la sua convinzione.

Primati e velocità secondo il Sector Time – senza ossigeno
Ecco i passaggi fino ad 8000m rilevati secondo il sistema Sector Time/ GPS:
5.340m Campo Base ore 16.00 partenza
5.900m Campo 1: 17.25 (1.23’.00’’) passaggio
6.500m Campo 2 : 18.37 (1.02’.33’’) sosta 15’ 
7.400m Campo 3: 21.15 (2.33’40’’) sosta e cambio vestiario 1.40’
7.950m Colle Sud: 02.05 (3.40’.00’’) cambio vestiario 30’
8.000m e ritorno al Colle Sud 7.950m 03.00 (stop registrazione)
Il tempo netto di salita al Colle Sud senza ossigeno risulta di 7 ore e 40’ – la miglior prestazione parziale senza ossigeno al Colle Sud.

Dice Meraldi: “….a fronte di queste prestazioni certificate con cronometro e GPS, mi dichiaro ottimista per un prossimo tentativo. Sono sempre stato bene sia durante le prove cronometrate che nelle due notti trascorse senza ossigeno a 8000m. Questo periodo pre-monsonico è stato incredibilmente freddo e con molto vento. Praticamente nessun alpinista senza ossigeno è mai andato oltre gli ottomila nel mese di maggio. Anche quattro dei sette sherpa lanciati in successione a caccia di record si sono fermati a 8000m.”

“Ho dovuto fermarmi solo per il freddo ma stavo benissimo. I due giorni successivi passati in discesa con Manu’, e lo staff che non poteva rimanere a lungo nei campi alti, non mi hanno messo nella condizione di riprovare subito.”

“Certo questi ripetuti record celebrativi promossi dal governo nepalese non aiutano – soprattutto in termini di comunicazione. Per la gente è secondario salire l’Everest con o senza bombole.”

“La FSA mi sosterrà in un nuovo tentativo, magari spalla a spalla con gli Sherpa autori di questi record, ma lasciando da parte le bombole di ossigeno.”

“La vera prestazione con cui confrontarsi è ancora quella del francese Marc Batard: a settembre del 1988 è salito in 24 ore senza ossigeno e poi ancora il 5 ottobre del ’90 in 22 e 29’. Ma non è solo questione di ossigeno. 
Quando fa freddo oltre certe temperature l’apparato cardio-respiratorio non può riscaldare e umidificare 160-180lt/min di aria.”

“A –35° e con vento fortissimo usare un respiratore è l’unica possibilità per andare avanti. Salire l’Everest di corsa senza ossigeno è quindi una doppia sfida che richiede un motore da Formula Uno e condizioni meteo buone.”
“ I record oltre gli 8000m con le bombole di ossigeno non hanno senso. Mi auguro che chi ha salito ufficialmente l’Everest per la prima volta nel 1980 senza ossigeno potesse dire che l’alpinismo non è cambiato.”