1 maggio Manuela arriva al Campo 1, mentre Fabio prepara Campo 2

Ice Fall, passaggio tra il ghiaccio 

“5.45 sveglia al Campo Base! Esco dalla tenda e mi meraviglio della luce gia’ molto forte. Guardo in alto ed il sole ha iniziato appena a colorare di un tenue rosa le punte di ogni vetta circostante al Campo Base. L'aria e' fresca, e carica di energia, dentro me c'e' una gran voglia di prepararmi e partire….”

La vestizione per noi, ancor meglio la “Montura….” e' molto lunga, soprattutto quando al normale tutone di alta quota rosso e nero che velocemente indosso, devo infilare con l'aiuto di Fabio, imbrago con longe e jumar, scarpe speciali d'alta quota “Ice Everest” creati appositamente della Kayland, e ramponi, berretto occhiali guanti, zainetto e piccozza.

Una buona colazione alla nostra tenda mensa ci attende, e dopo pochi minuti siamo tutti pronti per affrontare la bellissima salita al Campo 1 attraverso l'Ice Fall.

Partiamo in gruppo: Fabio, Dave, Silvano e Dorgie il nostro sirdar.
Appena entrati nel labirinto di ghiaccio, Fabio e Silvano prendono un'altra velocità e subito scompaiono dalla nostra vista…immersa in un vero e proprio mare di ghiaccio con onde grandissime colorate di varie sfumature.

“Contemporaneamente rimango affascinata dallo spettacolo che la natura mi regala, mi immergo nel bianco nell’azzurro nel grigio nel blu …..onde solide, apparentemente immobili (il ghiacciaio infatti si muove un metro al giorno) dal profumo di grandi emozioni…
Mi riempio di emozioni e di grande curiosità nello stesso tempo, man mano che la salita prosegue, queste sensazioni non fanno altro che aumentare…..”

Aumenta di pari passo anche la fatica, (siamo partiti da quota 5.350m e il campo 1 e' situato a quota 6.100m). Seguo con molta meticolosità e concentrazione le tracce nel ghiaccio, agganciandomi alle corde fisse che trovo lungo la via con la mia longe, usando la jumar nei tratti piu' verticali, prestando molta attenzione ad ogni passo. C'e' un grande silenzio ed una profonda pace…

Ad un certo punto le cose cambiano: d'avanti a me non c'e' più la traccia ma un'enorme voragine di ghiaccio. E’ uno dei tantissimi crepacci. Delle scale di alluminio, leggerissime, traballanti, posizionate da un lato all’altro, consentono il passaggio…

Un attimo di indecisione nell’attraversare quel particolare ponte…poi, Dorgie con molta calma mi fa vedere come attraversare…Attacco della longe alle corde fisse, corde del "ponte" in mano con contemporaneo appoggio dei piedi ramponati sui pioli sottilissimi della scala…
“Superata la prima scala, pensavo di aver superato una grande prova, ma non immaginavo, quante di queste scale che permettono di superare il vuoto avrei dovuto ancora affrontare…(circa una trentina fino a Campo 1)”

Incrociamo delle persone che scendono. Sono quasi tutti sherpa che ritornano dai campi alti dove hanno depositato i loro carichi…sono stanchi, ma molto incuriositi soprattutto dalle mie scarpe artigliate….mi rendo conto, guardandoli, che le mie Ice Everest sono effettivamente qualcosa che non hanno mai visto... hanno ragione…la mie scarpe sono innovative, sono state studiate da Fabio per tentare il suo record (dove elemento fondamentale è la leggerezza e termicità dell'attrezzatura). Scarpa e rampone sono integrati l'uno nell'altro formando un unico attrezzo. Non nascondo ai curiosi sherpa la mia soddisfazione nell'indossare un attrezzo nuovo, in vero stile italiano scarpe anche molto belle da vedere, ma soprattutto molto leggere… infatti pesano meno della metà di ogni altra scarpa con rampone…

Con le loro facce simpatiche e rese nere e bruciate dal sole, ci salutiamo con reciproca simpatia: "Namaste" e continuiamo il cammino…ramponato

“La salita è faticosa e sembra non finire mai - dentro e fuori da mille ricami di ghiaccio, seracchi sospesi nell'aria, blocchi enormi di ghiaccio che il vento ha disegnato, formando delle vere e proprie sculture perenni. Dopo quattro ore riesco finalmente a vedere l'enorme plateau di neve candidissima che annuncia l'inizio della Valle del Silenzio…”

Una lunga fila di tende piccolissime e multicolori ci fa capire che abbiamo raggiunto il Campo 1…6.100m. Raggiungiamo le nostre tende nel punto più alto di tutto l'accampamento.
Una breve sosta in tenda, dove Silvano ci ha preparato un ottimo pasto (una barretta di bresaola ed una minestra calda liofilizzata). Una chiamata via radio mi permette di sapere che Fabio e' già a Campo 2 a 6.450m assieme a Oskar dove stanno lavorando per installare le tende per poi pernottare.

La stanchezza, il caldo ed anche la felicità di aver raggiunto una prima meta C1, mi fanno rilassare a tal punto che mi addormento. Dopo pochi minuti vengo svegliata da Silvano, "il tempo sta cambiando bisogna far ritorno al Campo Base" .

La discesa è sicuramente meno impegnativa fisicamente, ma altrettanto pericolosa come la salita.
Fa uno strano effetto vedere così dall'alto i puntini colorati del Campo Base.

Manuela Di Centa